Chronicon Parrocchiale, 3 maggio 1937 - Don Tengattini Pietro
Si celebra con sobria solennità la festa del Patrocinio di S. Giuseppe per la propiziazione e la benedizione della campagna. Da quando si è costituita questa festa per desiderio del popolo di comune accordo colle Autorità Civile e religiosa, non si sono più avute grandinate tali da compromettere i raccolti, come solitamente avveniva. S. Giuseppe ha dati segni tangibili della sua protezione potentissima. Tutte le messe sono in onore del glorioso Patriarca per lo scopo della Solennità. Fra le due contrade, Chiesa e Zanoli, nasce un po’ di gara a riguardo degli spari di mortaretti, in tutta la giornata è stato un rimbombare di colpi da assordare. Concorso di forestieri specialmente da Tagliuno e da Grumello. Presente il Corpo Bandistico di Tagliuno con la scuola di canto. Bella e suggestiva la processione dove tutta la parrocchia è rappresentata in devoto atto di omaggio e di preghiera al taumaturgo protettore della Chiesa Universale che sembra compiacersi della fede di questo popolo dalla fronte abbronzata e dalle mani callose per la diuturna fatica del lavoro. Non si hanno a lamentare inconvenienti di sorta.
Chronicon Parrocchiale, 17 ottobre 1937 - Don Tengattini Pietro
E’ la solennità del S. Rosario, comunemente detta la Madonna dei tordi. Chi non è cacciatore si compera da altri questa selvaggina gustosa e saporita perché in nessuna casa deve mancare il tradizionale piatto di polenta e uccelli. Le famiglie invitano parenti dal di fuori. Le osterie preparano centinaia di uccelletti per i forestieri che vi affluiranno. Ma il tempo è imbronciato e minaccioso e minaccia la riuscita esterna della festa. Ma a mezzogiorno si vedono delle schiarite e poco dopo il cielo è quasi tutto sereno lasciando godere un magnifico sole reso più bello e gradito dopo alcuni giorni di pioggia e di nebbia. In chiesa la Vergine è esposta sul bel trono barocco come desiderosa di essere portata benedicente attraverso le vie del paese. Alle 14 il paese va gradatamente animandosi e quando le note gaie del corpo bandistico di Tagliuno echeggiano in paese il sagrato e le adiacenze alla chiesa sono brulicanti di popolo … Il Rev. P. Biagio dei Minori di Cividino tiene la predica e poi snoda la processione col simulacro della Vergine. A notte fatta si sentono ancora le note piuttosto stonate di una fanfara rappresentanza di ritardatari del corpo bandistico i quali liberanno ancora a lungo a Bacco col pericolo di rompersi con la testa le cornette e i contrabbassi nel fare la ripida mulattiera che da Gandosso li porterà alle loro case di Tagliuno.
Chronicon Parrocchiale, 26 Gennaio 1953 - Don Cristoforo Salvi
Nell’ultimo lunedì del mese si celebrò la prima solennissima festa del Sacro Cuore per gli operai ed emigrati con nr. 5 S. Messe e cantò la Messa il Rev. Attilio Giuseppe di Palazzolo con panegirico e nel pomeriggio solenne processione attraverso le vie della contrada. Questa festa sarà celebrata ogni anno come votiva per tutti gli operai e emigrati. Oltre la festa del Sacro Cuore in detta chiesina si celebrerà ogni anno anche la festa di S. Alessandro onomastico del Can. Don Beretta.
Chronicon Parrocchiale, 5 Maggio 1940 - Don Cristoforo Salvi
Si è celebrata la festa di S. Luigi in forma straordinaria e solenne. Il Rev. Don Seghezzi ha parlato ai giovani due volte per stimolarli a entrare nell’A.C. costituendo il loro circolo illustrando le finalità che detta Azione Cattolica si propone. Nella seconda adunata si è notata diminuzione di partecipanti, nessun entusiasmo, nessuna comprensione. Bisogna preparare meglio il terreno e aspettare migliore occasione. E’ stata però lodevole la partecipazione ai S. Sacramenti da parte dei giovani. Nel pomeriggio processione con la statua del Santo dopo che Don Luigi Seghezzi ebbe tenuto il panegirico del santo della gioventù. La messa solenne e i vespri sono stati cantati in musica figurata dalla Scola Cantorum di Tagliuno e la processione rallegrata dal Corpo Musicale di Tagliuno. Abbondanti spari di mortaretti e grande affluenza di forestieri resero anche esteriormente più solenne la festività.
Gabriele Rosa nel suo libro "Dialetti, costumi e tradizioni delle province di Bergamo e di Brescia" edito nel 1855 parla di una usanza riguardo al matrimonio ancora diffusa a Calepio nel 1370. Di per sé non si cita Gandosso, tuttavia possiamo pensare che, esistendo già Gandosso come contrada di Calepio e in modo particolare dipendendo dalla parrocchia di Calepio, anche la gente di Gandosso che si sposava in quel di Calepio praticasse questa usanza: "confermare la promessa di matrimonio, col mangiare e bere insieme i due coniugandi, in modo affatto simile alla confarreazione romana (n.d.r. La confarreatione era il rito religioso con il quale si celebrava il matrimonio romano arcaico; la cerimonia era caratterizzata dalla spartizione fra i nubendi di una focaccia di farro, da cui prendeva il nome, e si svolgeva alla presenza di dieci testimoni)".
Nel libro "La Bergamasca in collina" edito nel 1981 si descrivono parecchie tradizioni di Gandosso: la processione del Cristo morto del venerdì santo, processione che attirava anche la gente di altri paesi (per l'occasione alle finestre delle case si mettevano lumini fatti con gusci di lumache riempite di olio e segatura); la festa "degli uccelli" della Terza di ottobre; la "festa della campagna" del 5 di agosto.
Nel libro “Il ritorno dell’emigrante” pubblicato nel 1998 da Innocente Pinoja troviamo un intero capitolo "La sagra del villaggio" con una gustosa descrizione della Festa della terza di ottobre. Vi troviamo inoltre la descrizione del gioco "ladri furbastri": "i boscaioli quando si trovavano sui monti rimaneva come unico passatempo il gioco delle dita ... non costava nulla ... una specie di pari e dispari parlato dove le dita poste sul tavolo in ritardo e la pronuncia moscia davano modo di conseguire ma il più delle volte di rubare il punto".