Tutti sappiamo che c’è, come in ogni parrocchia, un archivio parrocchiale, il luogo dove si conservano tutti i documenti che riguardano la vita spirituale, amministrativa, organizzativa, storica e sociale di una comunità parrocchiale. Qual è la novità per il nostro Archivio?

A Gandosso l’archivio parrocchiale esiste dal 1678. Per la prima volta, dopo esattamente 340 anni, si è fatto un ordinamento e un inventario del nostro archivio. Esistevano inventari delle Reliquie, delle opere d’arte, degli arredi, ma un inventario preciso e dettagliato dell’archivio non era mai stato fatto. Tutti i documenti e le carte erano riposti sui ripiani in modo casuale, a volte molto confuso e disordinato, con una conseguente enorme difficoltà a cercare documenti e riferimenti.

Perciò si è fatto un ordinamento e un inventario dividendo tutta la documentazione per argomento, per data, per persone, si è siglato ogni faldone, registro e cartelletta. Alla fine, ne sono risultati 77 faldoni, 79 registri, il tutto raccolto in 14 capitoli, suddivisi in 412 unità archivistiche, comprendenti 4.013 sottosezioni o documentazioni, di cui 1.533 pagine digitalizzate. Grosso modo possiamo parlare di una decina di migliaia di carte ordinate. Il pezzo più antico è un libro di spiritualità del 1570, seguito poi dai primi registri anagrafici del 1678. Tutte le parti sono state segnate, siglate e raccolte in un indice.

Che cosa contiene l’archivio parrocchiale di Gandosso. Lo desumiamo dai 14 capitoli in cui è stato suddiviso:
ANAGRAFE PARROCCHIALE, PARROCCHIA, AUTORITA’ ECCLESIASTICHE, CONFRATERNITE PIE UNIONI ASSOCIAZIONI, AUTORITA’ ED ENTI CIVILI, AMMINISTRAZIONE BENI PARROCCHIALI, CHIESE E LUOGHI SACRI, CULTO FUNZIONI RELIGIOSE ATTIVITA’ PASTORALI, PERSONALE, ORATORIO, SCUOLA MATERNA PARROCCHILE, MISCELLANEA, LIBRERIA, MULTIMEDIA.

Il risultato è stata una autentica miniera di documentazione che testimonia tutta la vita parrocchiale dal 1678 fino agli anni duemila (c’è poi da ricordare che a parte esiste l’Archivio Corrente che riguarda tutta la documentazione che si sta utilizzando adesso e che è nelle mani del parroco).

Ci poniamo allora una domanda: tutta questa documentazione storica a che cosa serve? Possiamo rispondere con una frase di Bernardo da Chartres “ci sentiamo dei giganti se abbiamo la coscienza, pur essendo nani”, di essere sulle spalle delle generazioni che ci hanno preceduto nel segno dell’unica fede. In una nota della Pontificia Commissione dei Beni culturali si dice che “gli archivi, conservando le testimonianze delle tradizioni religiose e della prassi pastorale, hanno una loro intrinseca vitalità e validità. Essi contribuiscono efficacemente nel far crescere il senso di appartenenza ecclesiale di ogni singola generazione e rendono manifesto l’impegno della Chiesa in un determinato territorio.”

L’archivio parrocchiale è un patrimonio della nostra tradizione e come ha detto il nostro Vescovo Francesco “Curare la tradizione non significa custodire le ceneri, ma soffiare sulle braci”.
Questo dunque il significato di questa iniziativa di curare l’archivio: soffiare sulle braci del passato per far scoccare fiamme nella nostra vita presente di comunità parrocchiale.

Sono tanti i temi del nostro passato su cui meditare e progettare il nostro presente e futuro. Facciamo solo qualche esempio.
Prendiamo la funzione dei laici nella vita della parrocchia: l’archivio ci insegna che la nostra parrocchia è nata non per una iniziativa di qualche prete, ma sono stati i laici, i capifamiglia di Gandosso che nel 1678 hanno fatto di tutto e espletate tutte le pratiche per far nascere la parrocchia. E’ un bell’argomento su cui noi laici di oggi dobbiamo riflettere.
Un altro esempio storico è la catechesi che in passato si chiamava dottrina cristiana: c’erano tante persone che erano coinvolte nell’istruzione religiosa, c’erano i “pescatori” cioè uomini che andavano per le strade a raccogliere la gente per la dottrina, i “portinari” che sul sagrato facevano entrare piccoli e grandi in chiesa per la dottrina, i “maestri” addetti all’insegnamento. Allora era così, oggi magari facciamo addirittura fatica a trovare disponibilità per fare catechismo.
Un altro tema quello dell’emigrazione: la popolazione di Gandosso ha avuto nel suo DNA questa necessità dell’emigrare in cerca di lavoro e non solo alla fine dell’Ottocento e fino a metà Novecento; la prima volta che si cita il nome di Gandosso risale al 1388 e riguarda proprio un gandossese “Zambonus et filius de Gandotio de Pergamasca” che era emigrato in quel periodo a Brescia in cerca di lavoro e sussistenza per la sua famiglia. E’ un bell’interrogativo sul nostro modo di porci oggi sul tema dell’immigrazione.

Ovviamente l’archivio serve per essere, con le dovute autorizzazioni, consultato e studiato.
Si è cominciato con l’iniziativa della data del proprio Battesimo. Come ha più volte ricordato Papa Francesco conoscere la data del proprio Battesimo è una cosa molto importante. Per chi lo desidera per sé, per i propri figli, per i propri nonni o bisnonni sarà possibile richiedere queste informazioni, giorno, padrini, sacerdote del proprio battesimo.

Un ringraziamento a Don Antonio che ha voluto caldamente questo lavoro di riordino, un lavoro lungo e impegnativo, ma i cui risultati hanno dato ampie soddisfazioni e soprattutto hanno ravvivato un patrimonio della nostra parrocchia da lasciare in eredità alle generazioni future.

PARROCCHIA ANNUNCIAZIONE B.V. MARIA
Via Chiesa, 3  -  24060 Gandosso (BG)
Tel: 035.0393466 - Mail: gandosso@diocesibg.it